venerdì 28 marzo 2014

CONCORSO HELLSGATE CHRONICLES - Racconto #08

MY ZOMBIE VALENTINE
di Alessia Ghezzi

Parte prima

Seduta sul mio letto, lascio correre lo sguardo sui meravigliosi paesaggi dipinti a mano da me e da mio padre anni prima, appena terminato il trasloco in questa casa posta ai margini della tranquilla cittadina dove ci siamo trasferiti a seguito della prematura scomparsa di mia madre. Di comune accordo, avevamo deciso di abbandonare la metropoli e cercare un luogo più tranquillo dove ricominciare, pur sapendo che, anche abbandonando la nostra vecchia casa, i ricordi sarebbero comunque rimasti vivi: l'amore ha una forza indescrivibile.
Proprio in questa piccola cittadina, ho avuto l'occasione di conoscere Declan, il ragazzo meraviglioso con cui sto uscendo da qualche tempo a questa parte. Ci è voluto un po' perché prendessimo il coraggio di avvicinarci, prima come semplici amici, poi per dichiararci il nostro amore reciproco. Ora siamo felici e progettiamo insiee il nostro futuro, certi che niente e nessuno potrà mai separarci.
In quel preciso istante, il volume della televisione inizia ad arrivare forte e chiaro alle mie orecchie. Mi alzo dal letto e scendo di corsa le scale, piombando in salotto. Mio padre è in piedi davanti allo schermo e stringe con forza nelle mani il telecomando, che potrebbe rompersi da un momento all'altro.
“Papà, cosa succede? Perché hai alzato così tanto il volume?”
Lo vedo voltarsi verso di me, e quello sguardo la dice più lunga di qualsiasi parola. Non mi aspetto che si spieghi, invece lo fa:
“È arrivato anche qui, il contagio ha iniziato a colpire anche qui, cinque mesi fa... e nessuno ha detto nulla! Hanno tenuto la cosa nascosta, fino ad oggi. Potrebbe essere già troppo tardi, potremmo perdere tutti la nostra coscienza!”
Non mi importa di quello che sta dicendo l'inviata del telegiornale, come non mi importa del coprifuoco o dei controlli, devo sapere se Declan sta bene. Prima che mio padre possa fermarmi, corro da lui. Per fortuna, le nostre abitazioni non sono lontane e in due minuti arrivo davanti al vialetto di casa sua. La porta è spalancata e questo è un cattivo segno. Mi addentro con cautela, mi muovo tenendo le orecchie ben tese, e quando mi appare il salotto sobbalzo: è una devastazione totale e un timore inizia a farsi strada in me.
Mi volto e inizio a correre verso la porta principale della casetta. Sono quasi fuori, quando, davanti a me appare proprio Declan.
Mi sento sollevata... fino a quando non noto i suoi occhi: non più di quel meraviglioso verde che li ha caratterizzati fino a qualche ora prima tornando da scuola, ma vitrei. Sembra cieco ma so che ci vede benissimo quello è uno dei tratti distintivi di uno zombie, oltre al colorito malsano della pelle. Conosco quei dettagli a memoria a furia di vedere e rivedere servizi ai telegiornali. Caccio un urlo, mi volto nuovamente e corro verso la porta di servizio mentre sento lacrime calde solcarmi il viso e la sua voce implorarmi di aspettare.
L'ho perso, per sempre. Nonostante questo, l'amore che provo per lui non si spezza, anzi, lotta contro altri sentimenti che cercano di impadronirsi di me. Mentre sto tornando velocemente verso casa, sento degli sguardi che mi seguono e sapendo da quali creature provengono i brividi iniziano a corrermi lungo la schiena. La paura prende il sopravvento e spero di varcare la soglia prima che uno di quei cosi, di quegli zombie, riesca ad avvicinarsi a me e portarmi via tutto ciò che mi tiene in vita. Vedo la porta di legno bianco di casa, ancora qualche metro e ci sono, mancano pochi passi quando mi sento afferrare per i capelli. Vengo trascinata indietro da una forza brutale, sto per perdere le speranze di potermi salvare... quando nella cornice dell'entrata di casa appare mio padre, fucile alla mano e inizia a sparare all'impazzata sugli zombie.
Questo distrae il mio aguzzino e la presa si allenta. Mi divincolo e fuggo da lui.
“Corri Sam, presto!”
Le mie gambe cercano di andare più veloce che possono e alla fine, con mio grande sollievo mi trovo tra le braccia di mio padre, sollevata di avercela fatta a salvarmi, almeno per questa volta.

Parte seconda

Sto dormendo un sonno agitato; dopo la scoperta che ho fatto non potrebbe essere altrimenti. Sudo e mi rigiro nel letto senza che me ne renda bene conto, fino a che un incubo mi sveglia di soprassalto. Volto la testa verso le cifre luminose dell'orologio posto sul mio comodino: le 2.30 del mattino e a quel punto mi rendo conto che da poco è iniziato il 14 febbraio, il giorno di S. Valentino, il giorno degli innamorati. Quest'anno, però, per me può essere solo il giorno del lutto, dopo aver scoperto di aver perso la mia anima gemella.
Mi metto a fissare le stelle sul soffitto dipinto, sperando che il sonno torni a farmi visita presto, ma vedo i minuti passare inesorabili.
Poco dopo, sento il campanello di casa suonare e i passi di mio padre lungo il corridoio. Chi può essere a quest'ora della notte? Le luci di casa si accendono una dopo l'altra e i suoi passi scendono le scale.
Quando apre la porta, la voce concitata di Declan giunge alle mie orecchie. Improvvisamente, nonostante il mio terrore, qualcosa di inspiegabile e profondo si risveglia in me, non voglio perderlo! Spero di non sentire lo sparo che porrebbe fine alla sua vita, (accanto alla porta teniamo un fucile, di questi tempi non si sa mai) e tremo al pensiero.
Poco dopo passi veloci lungo le scale mi fanno tendere ancor di più le orecchie:
“Torna indietro, non osare fare un altro passo”
Nessuna risposta, segno evidente che non ha intenzione di ascoltarlo. È questione di secondi, e la porta di camera mia si spalanca all'improvviso. Vedo mio padre tenere saldo per il braccio il mio ragazzo.
“Non osare avvicinarti a lei, mostro!”
Declan si divincola, mentre è già voltato verso di lui.
“Mi dia almeno una possibilità per dimostrare che non voglio farle del male!”
“Giuro sulla mia vita che se osi torcerle un capello ti strapperò il cuore dal petto, come avrei dovuto fare subito quando ti ho aperto la porta!”
“Non le farò alcun male, sono altre le mie intenzioni.” Lo guardo avanzare verso di me, in un misto di eccitazione e paura. Mi faccio piccola sul letto, ma quando lo vedo inginocchiarsi ai piedi dello stesso rimango stupita come poche volte nella vita: Declan mi fissa con un' espressione di speranza, e quello che leggo nei suoi occhi è Amore puro. Delicatamente, tira fuori dalla tasca del maglione sgualcito che indossa una scatoletta di velluto blu, non credo ai miei occhi
“D-Declan...?” È tutto ciò che riesco a dire, mentre il mio cuore accelera come impazzito.
“So che ai tuoi occhi non sono più quello che ero fino a qualche ora fa, ma per me non è cambiato assolutamente nulla, Sam...” Quella pausa mi mette in ansia, non so davvero cosa aspettarmi. “... Il mio aspetto non è dei migliori, ora, ma... quello che provo per te non è cambiato. Ti amo, anche più di prima” Solleva il coperchio della piccola scatola ed al suo interno vedo un anello. Riluce più di tutte le stelle del firmamento, grazie ai due brillanti posti ai lati di uno splendido zaffiro centrale. “Voglio passare il resto della mia vita con te” Quell'affermazione scatena ogni sorta di sentimento e mi ritrovo a piangere come una bambina, mio padre guarda sbigottito la scena.
“Mi vuoi ancora, Sam?”
Annuisco, mentre pronuncio un flebile sì che mi esce roco. Declan mi prende delicatamente la mano sinistra nella sua e fa scivolare sull'anulare l'anello prima di prendermi tra le sue braccia. Mi abbandono contro il suo petto e mi sento più sicura li che in qualsiasi altro luogo del mondo. Due dita mi prendono delicatamente il mento e mi fanno sollevare la testa. I miei occhi si perdono nei suoi per qualche istante. Vedo la luce dell'amore brillare al loro interno.
“Ti amo, Sam.”
“ T-ti amo anch'io... Dec.”
Chiudo gli occhi, e pochi istanti dopo il più dolce dei baci si posa sulle mie labbra. Ora ci siamo solo io e lui, il resto del mondo non conta più.

RINGRAZIAMENTI
Se questo racconto è giunto ad una conclusione e non è stato posto in un cassetto come i miei precedenti tentativi, lo devo a delle persone straordinarie che mi hanno incoraggiata ad andare avanti e a non abbattermi nonostante tutto e a perseguire nel mio sogno per cui devo ringraziare con tutto il cuore Sheila Muggiasca, Barbara Bolzan, Jessica Maccario, Argeta Brozi, Aurora Morosin e Maria Mancuso, vi voglio bene. Spero di non aver dimenticato nessuno, in caso contrario chiedo scusa.

BIOGRAFIA AUTORE
Mi chiamo Alessia, ho 31 anni, vivo in Svizzera e lavoro come aiuto cucina in una scuola dell'infanzia. Questa è la prima volta che partecipo ad un concorso di scrittura.

VOTO E RECENSIONE: ★★★☆☆ (2,8)
a cura di Elena Emily Lightmoon
Questo racconto mi ha colpita, chi lo ha scritto è riuscito ad assemblare tutti gli ingredienti indispensabili a creare enfasi, paura, smarrimento. La capacità descrittiva e la trama che incalza veloce, si mescolano perfettamente ai protagonisti, all'accadere delle situazioni ed infine l'epilogo, un lieto fine romanticissimo conferisco a questo racconto un'armonia particolare, rendendolo infinitamente piacevole.

3 commenti:

  1. Brava Ale davvero bello!!! te l'ho già detto, ma son contenta quando ti impegni e escono racconti così ;)

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    1. A me è piaciuto molto, gli avrei dato di più XD La fine mi ha lasciato un po' l'amaro in bocca, però il resto è molto carino!

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  2. ehhe lo stesso per me :) ma son contenta che ha partecipato, aveva solo bisogno di una spinta per cominciare anche lei a scrivere racconti ;)

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